La tecnologia sta cambiando il mondo sempre più rapidamente, con un impatto innegabile sulla vita di tutti. I più giovani, in particolare, crescono in un mondo che offre loro continui stimoli digitali, attraverso l’accesso ai social network, ai giochi, alla musica, a video di ogni tipo. Attraverso gli strumenti tecnologici i giovani comunicano e, spesso, conoscono nuove persone, acquisiscono informazioni e vanno alla scoperta del mondo, addentrandosi, a volte, anche nella sfera più intima, quella affettiva e sessuale. Sono bisogni universali e che esistono a prescindere dalle tecnologie. Per gli adulti può essere difficile comprendere le implicazioni quotidiane, ma per i ragazzi le interconnessioni tra vita e tecnologia sono la normalità.
Nonostante ciò, alcuni rischi che fanno parte del mondo digitale possono non essere percepiti come tali ed è dunque compito degli adulti, inclusi gli insegnanti, affrontarli con l’obiettivo di prevenirli. Per questo motivo la Commissione Europea ha scelto di finanziare progetti che hanno l’obiettivo di supportare gli insegnanti in questa fase di passaggio al mondo digitale, fornendo loro strumenti concreti e informazioni utili a prevenire certe situazioni di rischio e a gestirle al meglio nel caso si verifichino. In particolare “European Superkids Online”, co-finanziato dalla Commissione Europea – DG Giustizia, Libertà e Sicurezza nell’ambito del Programma Daphne III, è un progetto realizzato in quattro paesi (Polonia, Spagna, Danimarca e Italia), ognuno dei quali ha sviluppato dei moduli su tematiche specifiche: basandoci su interviste e focus group condotti con ragazzi tra i 10 i 13 anni e sui dati statistici relativi all’uso di internet da parte dei pre-adolescenti, sono state scelte 3 tematiche: cyberbullismo, sexting e grooming (adescamento online).
Attraverso i Nuovi Media bambini e ragazzi si esprimono, si divertono e si mettono in gioco: creare un profilo, scegliere cosa postare, e così via, diventano azioni importanti nella quotidianità dei giovani che devono gestire la propria vita anche online. Inevitabilmente i video che proponiamo affrontano situazioni forti a livello emotivo proprio perché rappresentano situazioni difficili da gestire. Da questa difficoltà e dalle emozioni suscitate prende il via il percorso educativo proposto, al fine di rielaborare i vissuti che gli studenti già conoscono, ma su cui spesso non si fermano a riflettere. Quasi sempre, infatti, durante i laboratori con gli studenti, emergono situazioni reali vissute dai ragazzi ma che devono essere rielaborate. La consapevolezza del proprio vissuto può nascere dal confronto interno al gruppo classe, confronto favorito dall’insegnante che gestisce/conduce la riflessione.
Dobbiamo, tuttavia comprendere cosa intendiamo per “Sicurezza e utilizzo dei Nuovi Media”. Dal nostro punto di vista, infatti, molto dipende dal ruolo che questi strumenti hanno nell’economia della giornata di bambini e adolescenti e dal rischio che il loro uso cominci a prevalere a discapito di spazi di aggregazione concreti, di attività sociali, ricreative, sportive. I problemi nascono quando i ragazzi e le ragazze cominciano a soddisfare, attraverso questi strumenti, bisogni profondi che dovrebbero trovare risposta nella vita reale (come nel caso in cui, per esempio, risulta loro preferibile flirtare online piuttosto che con i propri coetanei in carne e ossa, ecc.). Il pericolo, quindi, risiede nell’utilizzo sostitutivo anziché integrativo delle tecnologie. In tal caso, il ruolo dei Nuovi Media diventa eccessivo sia quantitativamente che qualitativamente, in quanto per crescere è necessario sia sviluppare relazioni significative con persone vere, cui legarsi affettivamente, sia apprendere e sperimentarsi concretamente all’interno di contesti sociali reali
Il cyberbullismo (“bullismo elettronico” o “bullismo in internet”) è una forma di bullismo attuata attraverso l’uso dei Nuovi Media (dai cellulari a tutto ciò che si può connettere a internet). Come il bullismo tradizionale è una forma di prevaricazione e di oppressione reiterata nel tempo, perpetuata da una persona o da un gruppo di persone più potenti nei confronti di un’altra persona percepita come più debole.
Le caratteristiche tipiche del bullismo sono l’intenzionalità, la persistenza nel tempo, l’asimmetria di potere e la natura sociale del fenomeno (Olweus, 1996), ma nel cyberbullismo intervengono anche altri elementi, quali:
L’assenza di limiti temporali: il cyberbullismo può avvenire a ogni ora del giorno e della notte. Sempre più spesso il cyberbullismo è collegato al bullismo tradizionale. Azioni di bullismo reale, ad esempio, possono essere fotografate o videoriprese, per poi essere pubblicate e diffuse sul web (social network, siti di foto-video sharing, email, blog, forum e chat). Il cyberbullismo è un fenomeno che va affrontato a scuola perché è quasi sempre strettamente legato a questo luogo. Sono numerosi gli episodi di cyberbullismo più o meno gravi che abbiamo individuato nella maggior parte delle classi incontrate nella fase preliminare del progetto.
Il sexting (dall’inglese, sex e texting) è la pratica di inviare o postare messaggi di testo (sms) e immagini a sfondo sessuale, tra cui foto di nudo o semi-nudo, via cellulare o internet (Levick & Moon 2010). È un fenomeno recente ma piuttosto comune tra gli/le adolescenti, quando si trovano nella fase di scoperta della propria identità e, in particolare, della propria sessualità. Il fenomeno si verifica più frequentemente tra i ragazzi delle superiori e proprio per questo è importante la prevenzione durante gli anni della scuola secondaria di primo grado. Dare/diffondere un’immagine “provocante” di se stessi può rappresentare un “regalo” molto intimo o divertente per un fidanzato o una fidanzata; può anche rappresentare un modo per dimostrarsi “adulti” o “più maturi” non solo agli occhi degli altri, ma anche verso se stessi; può anche essere un modo per gestire, a livello inconsapevole, le tante insicurezze tipiche dell’età adolescenziale.
A differenza di altri contesti, grazie alle caratteristiche degli strumenti tecnologici, i giovani possono sperimentarsi e “osare” con più libertà e meno pudori. L’utilizzo delle nuove tecnologie e l’impatto che quest’uso ha nella modalità in cui il fenomeno si manifesta e nelle conseguenze che alcuni comportamenti possono avere nella vita degli adolescenti coinvolti, richiede, invece, una serie di riflessioni:
Il grooming (dall’inglese “groom” – curare, prendersi cura) rappresenta una tecnica di manipolazione psicologica che gli adulti potenziali abusanti, utilizzano per indurre, per indurre i ragazzi e/o le ragazze a superare le resistenze emotive e instaurare con loro una relazione intima e/o sessualizzata. Queste persone utilizzano strumenti come le chat, gli SMS, i social network, per entrare in contatto con i ragazzi e le ragazze Dopo i primi contatti, si informano sul livello di privacy che il minore può garantire (dove è situato il computer in casa, se i genitori sono presenti, ecc.) e dopo aver ottenuto queste informazioni avviano un processo finalizzato a conquistarne la fiducia. Questo è possibile, ad esempio, condividendo in un primo momento interessi comuni (musica,attori/attrici preferiti, hobby, ecc.) per passare, poi, a confidenze di natura sempre più privata e intima. In questa fase può verificarsi lo scambio di immagini, non sempre a sfondo sessuale (almeno in un primo momento); quando l’adulto è certo di non correre il rischio di essere scoperto, inizia la fase dell’esclusività, condizione necessaria per rendere impenetrabile la relazione a persone esterne. È in questo momento che può avvenire la produzione, l’invio o lo scambio di immagini – anche attraverso l’utilizzo di una webcam – a sfondo sessuale esplicito e la richiesta di un incontro offline. Il minore stesso viene sollecitato a inviare sue immagini e/o video. Le stesse immagini/video oppure i testi inviati dal minore possono poi essere utilizzati in forma ricattatoria in seguito ad un suo eventuale rifiuto nel continuare il rapporto online o nell’avviare una vera e propria relazione sessuale.
Contrariamente a quanto si può pensare, non sono solo le ragazze a essere esposte a questa tipologia di rischio; i ragazzi maschi, disorientati rispetto alla costruzione della propria identità e orientamento sessuale, possono essere particolarmente vulnerabili e quindi ugualmente esposti alla possibilità di entrare in contatto con adulti potenzialmente abusanti.