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#saveyourinternet – La campagna contro l’articolo 13

#saveyourinternet – La campagna contro l’articolo 13

Articolo 13: ci potrebbe essere una soluzione migliore

L’articolo 13 fa parte della legislazione europea sul copyright creata con l’intento di tutelare meglio la creatività e permettere ai titolari del copyright di proteggere i propri contenuti online in modo efficace. Noi sosteniamo gli obiettivi dell’articolo 13, ma la versione attuale proposta dal Parlamento europeo potrebbe avere gravi conseguenze non previste che cambierebbero il Web così come tutti lo conosciamo oggi. Riteniamo ci possa essere una soluzione migliore.

#saveyourinternet

Che cos’è l’articolo 13?

L’articolo 13 fa parte della proposta di legislazione dell’Unione europea (UE) sul copyright creata con l’intento di tutelare meglio la creatività e permettere ai titolari del copyright di proteggere i propri contenuti online in modo efficace. (Testo ufficiale qui).

“Le direttive che sono state adottato nel settore del diritto d’autore e diritti connessi. I diritti garantiscono un elevato livello di protezione per i titolari dei diritti e creare un quadro di riferimento in cui lo sfruttamento delle opere e altri oggetti protetti possono sopportare posto. Questo quadro giuridico armonizzato contribuisce al buon funzionamento dell’impianto di mercato interno; stimola l’innovazione, creatività, investimenti e produzione di nuovi contenuti, anche nel settore digitale ambiente. La protezione fornita da questo quadro giuridico contribuisce anche al miglioramento della promozione della diversità culturale”

Per chiarezza, noi sosteniamo gli obiettivi dell’articolo 13 e il supporto che può dare per il successo di creator e artisti. Vogliamo inoltre che i titolari del copyright possano proteggere i loro contenuti in maniera più efficace. Tuttavia, l’articolo 13, così come è stato scritto dal Parlamento europeo, creerà conseguenze non previste per tutti, quindi chiediamo che venga trovata una soluzione migliore.

Qual è lo stato dell’articolo 13?

Il 12 settembre scorso, il Parlamento europeo ha votato per procedere con l’articolo 13.

Tuttavia, l’articolo 13 non è ancora legge. Il testo è in fase di stesura e revisione nell’ambito dei triloghi dell’UE tra i rappresentanti della Commissione, del Parlamento e del Consiglio europeo.

Il testo potrebbe essere finalizzato entro la fine dell’anno e gli Stati membri dell’UE potrebbero avere fino a due anni per recepire la direttiva nel diritto nazionale.

Che cosa cambia con l’articolo 13?

La versione dell’articolo 13 proposta andrebbe a eliminare il sistema di notifica e rimozione attualmente in vigore per proteggere i titolari dei diritti e le piattaforme. Ciò renderebbe le piattaforme come YouTube, Facebook, Instagram, Soundcloud, Dailymotion, Reddit e Snapchat responsabili, al momento del caricamento, di qualsiasi violazione del copyright nei contenuti caricati da parte di utenti, creator e artisti.

Questo a sua volta significa che le piattaforme, tra cui YouTube, sarebbero costrette a bloccare, in Europa, la maggior parte dei caricamenti e la visualizzazione dei contenuti caricati altrove, data l’incertezza e la complessità della proprietà del copyright (ulteriori informazioni qui sotto).

Che impatto avrebbe la versione dell’articolo 13 del Parlamento europeo se venisse approvata?

I rischi associati all’accettazione di caricamenti di contenuti con informazioni sul copyright parziali o contestate sarebbero troppo grandi per le piattaforme come YouTube.

Di conseguenza, YouTube potrebbe dover bloccare milioni di video, nuovi ed esistenti, nell’Unione europea e potrebbe limitare drasticamente i contenuti che possono essere caricati sulla piattaforma in Europa.

I creator sarebbero le parti colpite più duramente. I contenuti che potrebbero essere bloccati includono video didattici (da canali come Kurzgesagt in Germania e C.G.P. Grey nel Regno Unito), un ampio numero di video musicali ufficiali (come Despacito di Luis Fonsi o Mafioso di Lartiste), cover musicali dei fan, mashup, parodie e altro ancora.

Nella sua forma attuale, l’articolo 13 minaccia centinaia di migliaia di posti di lavoro e creator europei con il loro indotto di aziende, artisti e dipendenti.

Che cosa significa tutto questo per me in qualità di creator o artista di YouTube nell’Unione europea?

YouTube e le altre piattaforme saranno costretti a bloccare i tuoi video esistenti e ti impediranno di caricarne di nuovi nell’Unione europea, a meno che tu non possa dimostrare di detenere la proprietà di tutti gli elementi presenti nei tuoi video, compresi gli effetti visivi e i suoni.

Che cosa significa tutto questo per me in qualità di creator o artista di YouTube NON nell’Unione europea?

YouTube e altre piattaforme potrebbero bloccare i tuoi video, compresi quelli esistenti, agli utenti dell’Unione europea in caso di informazioni sul copyright parziali o contestate.

Quali tipi di contenuti protetti da copyright non sarei in grado di utilizzare nei miei video?

Esempi di materiali protetti da copyright nei tuoi video che potrebbero essere interessati dall’articolo 13 includono immagini, artwork, software, estratti di libri, musica, parodie e altro ancora. (Ulteriori informazioni qui).

Perché non sono sufficienti gli strumenti per la verifica del copyright come Content ID?

Con l’attuale testo dell’articolo 13, gli strumenti per la verifica del copyright come Content ID non saranno in grado di aiutare le piattaforme come YouTube a mantenere i contenuti sulla piattaforma.

Content ID funziona se i titolari dei diritti lo utilizzano e indicano con chiarezza i contenuti di loro proprietà. Tuttavia, in molti casi, le informazioni sulla proprietà del copyright mancano oppure ne sono disponibili solo di parziali. Ciò significa che nessun sistema può identificare con precisione le informazioni complete sul copyright al momento del caricamento.

In parole povere, un contenuto con proprietà del copyright parziale o sconosciuta è per YouTube analogo a un contenuto senza licenza e quindi dovrebbe essere bloccato.

Esiste una soluzione migliore all’articolo 13?

Sì. Chiediamo ai legislatori di trovare un equilibrio migliore di cui tutti abbiamo bisogno per proteggere dalle violazioni del copyright e di consentire comunque agli utenti, ai creator e agli artisti europei di condividere la loro voce online. A tal fine, abbiamo bisogno di un sistema a cui collaborino sia le piattaforme che i titolari dei diritti.

Ciò si traduce in tre azioni:

  • I titolari dei diritti dovrebbero collaborare con le piattaforme per identificare i contenuti di loro proprietà, in modo che le piattaforme sappiano cosa è protetto dal copyright e possano attribuire ai titolari dei diritti la capacità di controllo per bloccare dei contenuti se lo desiderano.
  • Le piattaforme dovrebbero essere ritenute responsabili solo per i contenuti identificati tramite Content ID o il sistema di notifica e rimozione.
  • Le piattaforme e i titolari dei diritti dovrebbero agire in buona fede laddove le licenze e i diritti possano essere identificati in modo semplice.

Che cosa posso fare per aiutare a trovare una soluzione migliore all’articolo 13?

I rappresentanti europei stanno ancora lavorando alla versione finale dell’articolo 13 e c’è tempo di lavorare insieme per un trovare una soluzione migliore.

I responsabili politici europei coinvolti nei negoziati dell’articolo 13 devono poter toccare con mano l’impatto negativo che avrebbe sui cittadini di tutta Europa se venisse approvato nella versione attuale del Parlamento europeo. Per questo motivo abbiamo bisogno che tu e i tuoi fan facciate sentire la vostra voce ora:

Con tweet sull’articolo 13 con l’hashtag #SaveYourInternet o condividendo questo articolo

Che cosa stanno facendo le altre piattaforme?

La direttiva sul copyright non riguarderà solo i creator e gli artisti su YouTube. Verrà applicata anche a molte forme di contenuti generati dagli utenti caricati su altre piattaforme su Internet.

Molte altre persone stanno dando voce alle loro preoccupazioni.

Privati, organizzazioni (come European Digital Rightse l’Internet Archive), aziende (come RedditPatreonWordPress e Medium), gli architetti e i pionieri originali di Internet(come Sir Tim Berners Lee) e il relatore speciale dell’ONU per la libertà di espressione hanno condiviso i loro timori. Molti creator su Internet difendono il proprio diritto di creare ed esprimersi, tra cui Phil DeFrancoLeFloid e TO JUZ Jutro.

Quali paesi verrebbero interessati direttamente dall’articolo 13?

Tutti gli stati membri dell’UE: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria (almeno per il momento, ulteriori informazioni sulla Brexit).

L’articolo 13 proteggerà artisti e creator di piccole dimensioni e garantirà che ricevano un compenso equo per il loro lavoro.

I titolari dei diritti dovrebbero essere protetti dalla pirateria e ricevere un compenso equo per il loro lavoro. Tuttavia, l’attuale proposta del Parlamento europeo per l’articolo 13 danneggia involontariamente i creator di piccole dimensioni, gli artisti e le aziende che vorrebbe proteggere, costringendo siti come YouTube a bloccare gran parte dei contenuti caricati dagli utenti. YouTube ridistribuisce la maggior parte delle entrate generate sulla piattaforma a creator e artisti di tutte le dimensioni. Negli ultimi 12 mesi, YouTube ha pagato oltre 800 milioni di euro ai proprietari dei contenuti nell’UE, mentre, nel corso degli anni, ha corrisposto più di 5 miliardi di euro all’industria musicale. La maggior parte delle entrate generate dalle visualizzaizoni degli utenti dell’UE potrebbe scomparire se l’articolo 13 attribuisse la responsabilità diretta di una potenziale violazione del copyright alle piattaforme, prima ancora dell’invio di una notifica. Ciò andrebbe a creare una responsabilità finanziaria immensa che potrebbe costringerci a bloccare la maggior parte dei contenuti di YouTube in Europa.

L’articolo 13 è già legge in Europa?

al momento, l’articolo 13, che fa parte della direttiva dell’Unione Europea sul diritto d’autore nel mercato unico digitale, è in fase di definizione nel trilogo dell’UE. Questo processo potrebbe concludersi entro la fine dell’anno e gli Stati membri dell’UE potrebbero avere fino a due anni per recepire la direttiva nel diritto nazionale.

Il modello pubblicitario digitale sta distruggendo l’industria creativa.

I servizi musicali basati sulla pubblicità e sugli abbonamenti sono in crescita e di pari passo aumentano le entrate, alimentando la più rapida crescita dell’industria musicale degli ultimi 20 anni. Negli ultimi 12 mesi, YouTube ha corrisposto all’industria musicale più di 1,5 miliardi di euro generati dalle entrate pubblicitarie. La combinazione di pubblicità e abbonamenti offre due diverse fonti di reddito per creator e artisti. I contenuti con annunci pubblicitari inoltre incentivano l’ascolto e favoriscono la promozione di fenomeni musicali globali, come il brano “Despacito”, in paesi in cui gli utenti potrebbero non permettersi un servizio di abbonamento mensile.

La gestione dei diritti su piattaforme di grandi dimensioni

Tale gestione richiede troppa attenzione risultando di fatto impossibile. Per questo motivo, è troppo difficile per le case discografiche ritirare le loro opere.

Le tecnologie come Content ID di YouTube non aiutano soltanto i titolari dei diritti a gestire le loro opere protette da copyright in modo automatico e su vasta scala, ma possono anche far guadagnare loro denaro. Oltre il 98% della gestione del copyright su YouTube avviene tramite Content ID. Ad oggi, infatti, Content ID ha permesso di pagare oltre 2,5 miliardi di euro ai titolari dei diritti per l’utilizzo dei loro contenuti da parte di terzi. Tuttavia, Content ID funziona solo se i titolari dei diritti lo utilizzano e indicano con chiarezza i contenuti di loro proprietà.

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