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Quanto la realtà virtuale influenza la pubblicità e le attività di advertising

Quanto la realtà virtuale influenza la pubblicità e le attività di advertising

Siamo solo agli inizi, ma la realtà virtuale sta guadagnando in poco tempo l’attenzione del grande pubblico. L’interesse per le ricerche su Google a livello globale è quasi quadruplicato nel corso dell’ultimo anno. Cosa comporterà la realtà virtuale per il futuro di brand, creator e narratori di storie?

La realtà virtuale a portata di tutti

Un tempo la realtà virtuale era qualcosa che esisteva solo nei film di fantascienza. Oggi, è diventata una realtà vera e propria. Questo si deve innanzitutto all’ubiquità e alla qualità dei dispositivi mobili. Con un semplice pezzo di cartone ora possiamo utilizzare i nostri smartphone per immergerci nella realtà virtuale. Google ha distribuito milioni di Google Cardboard per rendere la realtà virtuale a portata di tutti. Armati di strumenti simili, i contenuti non mancano: tutti i video di YouTube sono disponibili in realtà virtuale, costituendo di fatto la più grande libreria di contenuti VR al mondo.

In tutto il mondo, sono in molti a muovere i primi passi nella realtà virtuale, che suscita sempre più interesse tra il pubblico: nell’ultimo anno, le ricerche su Google relative alla realtà virtuale sono quasi quadruplicate.

La tecnologia ha il potere di cambiare le nostre vite, sia nella sfera della comunicazione che nel tempo libero. È solo l’inizio, ma il cambiamento è già in atto ed è arrivato il momento per i brand e i creator di capire che cosa significa.

Cognizione nella realtà virtuale

Il mondo virtuale strettamente inteso è un ambiente idoneo a compiere esperimenti di vita artificiale, studiare i comportamenti sociali degli umani e supportare nuove forme di comunicazione (Schell 2002). Schematizzando, il senso dell’esperienza virtuale è dato dalle relazioni fra due categorie: la presenza e l’immersione. Con il primo termine, si può intendere il livello di realismo psicologico che un soggetto esperisce dall’interazione con il mondo virtuale, nel rapporto istantaneo con l’ambiente e nella coerenza della sua evoluzione rispetto alle aspettative ed alle previsioni. Ad esempio, se si lascia la presa di un oggetto, ci si aspetta che questo cada a terra e non fluttui nell’aria; se si tratta di un oggetto fragile, si prevede che esso, al contatto con il suolo, si danneggi più o meno gravemente.

Se ciò non succedesse, si perderebbe il senso di presenza nell’ambiente virtuale. In egual modo ciò accade anche nel mondo onirico, dove finché il senso di presenza viene mantenuto, non distinguiamo i sogni dalla realtà.

Con il termine “immersione” ci si riferisce, dal punto di vista percettivo, alla capacità dell’ambiente virtuale di coinvolgere direttamente i sensi del soggetto, isolandolo dagli stimoli dell’ambiente reale (Biocca e Delaney, 1995). Dal punto di vista psicologico, l’immersione si realizza con il coinvolgimento e l’impiego delle risorse cognitive del soggetto. Riprendendo l’esempio del corpo lasciato cadere, l’immersione è data non solo dalla sensazione tattile dell’oggetto che scivola via dalla mano, dal suono prodotto all’impatto col terreno e dalle conseguenze visive dell’azione, ma anche (ad esempio) dall’attivazione dei processi automatici legati al tentativo di riprenderlo prima che tocchi terra e si danneggi.

La promessa della realtà virtuale

Un tempo i film erano il mezzo di narrazione più coinvolgente, ma neanche i migliori televisori ad alta risoluzione assicurano un’esperienza davvero immersiva.

La realtà virtuale promette ciò che nel settore viene chiamato “presenza”, ossia la sensazione di essere davvero altrove.

Videocamere per la realtà virtuale come Jump permettono di acquisire le immagini e di offrire un’esperienza completa di un luogo, da qualsiasi punto di vista. In un futuro non troppo lontano, videocamere come questa offriranno la possibilità di estendere queste esperienze a qualsiasi angolo del mondo.

Che cosa significa tutto questo per il pubblico? Può voler dire un posto in prima fila ai playoff dell’NBA, a un concerto di Beyoncé oppure in un palco della Scala. Ma significa anche avere la possibilità di visitare i luoghi più belli della terra senza muoversi da casa. È la cosa che si avvicina di più al teletrasporto, offrendo il maggiore livello di coinvolgimento possibile.

La realtà virtuale è come una macchina del tempo. Se registriamo gli eventi più interessanti dell’anno per poi rivederli a distanza di 20 anni, sarà quasi come tornare indietro nel tempo e avere l’impressione di viverli in prima persona. Potrebbe trattarsi di eventi mondiali importanti o della nostra vita privata, come un compleanno, un matrimonio o il primo giorno di scuola. Potremo collezionare questi ricordi nello stesso modo in cui scattiamo delle fotografie e rivivere quelle emozioni in un modo ancora più intenso.

Per Google, Cardboard è stato il primo passo verso questo futuro. Presto, la nostra piattaforma per la realtà virtuale Daydream offrirà esperienze per dispositivi mobili ancora più intense e di qualità superiore grazie a visori comodi e a costi contenuti. Stiamo creando anche app di realtà virtuale per dispositivi mobili, ad esempio Maps e YouTube; quest’ultima, per l’appunto, è la piattaforma migliore per comprendere a fondo la realtà virtuale.

Video a 360 gradi e realtà virtuale

La prima grande scommessa sulla realtà virtuale l’abbiamo fatta con YouTube, con i video a 360 gradi. Si tratta di video che possono essere guardati da qualsiasi angolazione: è sufficiente sfiorare o muovere il telefono o il tablet senza il bisogno di un visore. Il numero di caricamenti di video a 360 gradi è in continuo aumento ed è raddoppiato nel corso degli ultimi tre mesi.

I brand sono pionieri nell’utilizzo di video a 360 gradi per filmare grandi eventi o creare pubblicità innovative. BMW ha utilizzato questa tecnologia per un annuncio in cui si vede una corsa automobilistica a 360 gradi.

Riprodurre video
Con l’aggiunta della profondità, la realtà virtuale rappresenta un ulteriore passo avanti rispetto ai video a 360 gradi. Grazie al visore VR, simile al classico visore rosso View-Master che molti avranno utilizzato da piccoli, le immagini diventano tridimensionali, offrendo un’esperienza ancora più coinvolgente. Inoltre, l’audio spaziale consente di sentire i suoni provenienti da ogni direzione, come nel mondo reale.

Per i creatori di contenuti, i video a 360 gradi e la realtà virtuale offrono possibilità illimitate ma richiedono un nuovo modo di pensare. Con la realtà virtuale, gli spettatori possono partecipare in modo attivo e guardare in qualsiasi punto dello schermo. Come afferma Jessica Brillhart, la più importante regista di realtà virtuale di Google, la storia è ovunque. Questo significa che, anziché raccontare una storia fotogramma per fotogramma, i registi devono creare un mondo intero.

Questo rende la realtà virtuale e i video a 360 gradi degli strumenti molto efficaci per creare empatia. Quando uno spettatore si sente parte dell’azione, diventa più consapevole di quella realtà e i messaggi diventano più incisivi.

Su YouTube, i creatori di contenuti approfittano di questo mezzo per creare esperienze davvero coinvolgenti nell’ambito di sport, notizie, istruzione e moda. Gli spettatori possono provare emozioni forti assistendo all’azione dalla cabina di pilotaggio di un jet di una squadra acrobatica. Il New York Times permette agli spettatori di mettersi nei panni di bambini senza casa in diversi paesi del mondo. Con le gite virtuali, gli insegnanti possono portare gli alunni nei luoghi dove non arrivano gli scuolabus. Gli appassionati di moda possono assistere in prima fila alle sfilate di Jason Wu, Hugo Boss e Dior.

Gli artisti realizzano opere incredibili con Tilt Brush, la nostra nuova app per la realtà virtuale che consente agli utenti di dipingere in uno spazio tridimensionale. Come afferma l’animatore della Disney Glen Keane, questa modalità elimina la piattezza della pagina e permette all’artista di entrare nel disegno; “Da oggi, le porte della fantasia sono più aperte”, aggiunge.

Quattro domande per i brand interessati alla realtà virtuale

La realtà virtuale non è più una novità e oggi si traduce in applicazioni concrete per i brand. Ma vale la pena scommettere su questa tecnologia?

Ecco alcune domande che i brand dovrebbero porsi prima di investire nella realtà virtuale.

La realtà virtuale offrirà agli spettatori un’esperienza che non potrebbero vivere altrimenti? La storia deve sfruttare appieno il mezzo, trasportare il pubblico altrove e immergerlo in un mondo tutto da scoprire.

Puoi consentire agli acquirenti di avere un’idea più completa del tuo prodotto?

Da uno studio condotto da Ericsson ConsumerLab, lo shopping è stato il motivo che ha spinto gli utenti di smartphone di tutto il mondo verso la realtà virtuale per “vedere gli articoli nella taglia e nelle dimensioni reali quando si fanno acquisti online”, come ha dichiarato il 64% degli intervistati. Questo discorso non vale solo per i brand del settore della vendita al dettaglio. Cadillac sta già utilizzando la realtà virtuale per creare concessionarie auto virtuali.

L’ambiente di registrazione sarà ricco di dettagli da osservare?

Se si sta girando in una stanza vuota dalle pareti bianche, probabilmente no. Ma se ci si trova a un evento sportivo o a un festival musicale, l’ambiente sarà pieno di dettagli da guardare.

Gli spettatori resteranno catturati dall’esperienza anche dopo il momento di stupore iniziale?

Catturare l’attenzione degli spettatori per più di un minuto può essere impegnativo, perciò bisogna trovare un modo per mantenere vivo il loro interesse.

 

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