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Smartphone e radiazioni elettromagnetiche – Ecco i modelli con i valori più alti

Smartphone e radiazioni elettromagnetiche – Ecco i modelli con i valori più alti che posso provocare una “Ipersensibilità elettromagnetica”

La normativa europea impone che il SAR (tasso di assorbimento specifico) non superi i 2W/Kg. Il portale tedesco Bundesamt für Strahlenschutz ha stilato una classifica degli smartphone tenendo conto dei parametri SAR value (at the ear) e SAR value (near the body).

Cosa è il SAR ( Specific Absorption Rate)

Il tasso di assorbimento specifico o SAR (acronimo di Specific Absorption Rate) esprime la misura della percentuale di energia elettromagnetica assorbita dal corpo umano quando questo viene esposto all’azione di un campo elettromagnetico a radiofrequenza (RF).

Più specificamente, il SAR è definito come la quantità di energia elettromagnetica che viene assorbita nell’unità di tempo da un elemento di massa unitaria di un sistema biologico, sicché la sua unità di misura è J/s*Kg=W/kg (Watt su chilogrammo).

Il SAR può essere calcolato partendo dalla conoscenza dell’intensità del campo elettrico all’interno del tessuto, nel modo seguente:

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dove

 è la conduttività elettrica del campione
 è il valore efficace (RMS) dell’intensità del campo elettrico
 è la densità del campione
V è il volume del campione

Il SAR viene usato per misurare l’esposizione ai campi elettromagnetici con frequenza portante compresa tra 100 kHz e 10 GHz.

È comunemente usato per misurare l’energia assorbita dal corpo umano dai telefoni cellulari e durante una sessione di risonanza magnetica tomografica (RMT). Il valore risente moltissimo della geometria della parte del corpo esposta alle onde elettromagnetiche a radio frequenza (RF) nonché della esatta collocazione e geometria della sorgente RF. Per questo motivo i test devono essere eseguiti con ciascuna sorgente specifica, come un particolare modello di telefono cellulare, e nella esatta posizione in cui esso deve essere usato in condizioni operative.

Per esempio, quando si misura il SAR dovuto ad un telefono cellulare, quest’ultimo viene collocato accanto all’orecchio, cioè ove lo posizionerà il suo utente nelle reali condizioni di utilizzo. Il valore del SAR dunque è misurato in condizioni di assorbimento massimo da parte del corpo umano (nella fattispecie della testa). Nel caso del telefono cellulare l’orecchio, infatti, è spesso il punto più vicino all’antenna.

I vari governi hanno definito i limiti di sicurezza di esposizione (testa od una sua porzione) all’energia RF prodotta dai dispositivi mobili.

  • Stati Uniti d’America: la Commissione Federale per le Comunicazioni (FCC) richiede che i telefoni cellulari venduti abbiano un livello di SAR minore o uguale di 1.6 watt per chilogrammo (W/kg) riferito ad un volume contenente una massa di 1 grammo di tessuto.
  • Unione europea: il Comitato europeo di normazione elettrotecnica (CENELEC) stabilisce i limiti per il SAR nell’area UE, seguendo gli standard dell’IEC.

A queste grandezza è legato il concetto di dosimetria delle radiazioni elettromagnetiche. Esso vuole indicare la misura o la stima dell’energia elettromagnetica assorbita nell’unità di tempo e quindi della potenza assorbita da un soggetto irradiato, considerando anche la distribuzione interna della stessa potenza assorbita.

Non è appropriato assimilare questa grandezza alla dose.

Le quantità normalmente usate sono:

  • il SAR locale o specifico, che è l’energia trasferita nell’unità di tempo ad un elemento infinitesimale di volume del corpo, in un punto di esso, diviso per la massa dell’elemento di volume;
  • il SAR medio, che è la quantità totale di energia trasferita al corpo nell’unità di tempo, divisa per la massa totale del corpo.

Il SAR dipende da:

  • i parametri del campo incidente (intensità, frequenza, polarizzazione e configurazione del soggetto irradiato rispetto al campo – condizioni di campo vicino o lontano);
  • le caratteristiche del corpo esposto (dimensioni, geometria interna ed esterna, proprietà dielettriche dei vari spessori di tessuto attraversati);
  • gli effetti di terra e di riflessione di altri oggetti presenti nel campo di irradiazione, come superfici metalliche vicino al corpo esposto.

Ad un minor valore di assorbimento specifico SAR corrisponde un minor riscaldamento dei tessuti ed un potenziale minor rischio per la salute.

Alcuni cellulari prevedono l’opzione flight mode, che permette di usare il telefonino con la sezione radio spenta, senza la possibilità di effettuare o ricevere chiamate. È progettato per i viaggi in aereo: si possono scrivere messaggi, salvarli e inviarli non appena a terra. Utile anche in montagna: quando il segnale ricevuto dal telefono è debole quest’ultimo emette a potenza più elevata per cercarlo, consumando più batteria.

Per i telefoni cellulari, ed altri dispositivi portatili, il limite del SAR è 2 W/Kg mediato rispetto a 10 g di tessuto.

Il portale Statista ha stilato una classifica con i 15 smartphone che riportano l’indice SAR più elevato per quanto riguarda la testa (sono stati esclusi i modelli Dual-SIM e confrontati quelli dei brand Apple, Blackberry, Google, HTC, Huawei, LG, Motorola, Nokia, OnePlus, Samsung, Sony, Xiaomi, ZTE). Come potete vedere voi stessi, tenendo bene a mente il limite di 2  W/Kg imposto dalla normativa europea, anche i dispositivi con i valori più elevati rientrano comunque ampiamente all’interno dei limiti imposti dalla legge.

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Come controllare l’indice SAR del proprio smartphone

Per controllare l’indice SAR del proprio device può visitare il sito Bundesamt für Strahlenschutz  dove potrete personalizzare la vostra ricerca tramite i seguenti filtri:

  • SAR value (in ear)
  • SAR value (in body)
  • Manufacturer

Sintomi da elettrosensibilità (ES) o elettroipersensibilità (EHS)

L’elettrosensibilità (ES) o elettroipersensibilità (EHS) è un insieme di sintomi fisici e/o psicologici che un soggetto afferma essere causati da campi magnetici, elettrici o elettromagnetici, a un livello di esposizione tollerato dalle altre persone.

L’ES non è riconosciuta come una vera e propria malattia dall’Organizzazione mondiale della sanità e dalla comunità scientifica. La principale obiezione è la mancanza di evidenze scientifiche che forniscano parametri in grado di dimostrare il rapporto di causa-effetto tra sintomi e esposizione. Da quando, nel 2005 una revisione sistematica ha rilevato che non c’è alcuna prova che tali malesseri siano causati dai campi elettromagnetici, molti studi in doppio cieco sono stati pubblicati, ognuno dei quali suggerisce che coloro che affermano di essere malati non riescono a distinguere la presenza del campo elettromagnetico.

La OMS rileva che studi ben controllati hanno mostrato come i sintomi non sono causati dai campi elettromagnetici e che ci sono alcune indicazioni che tali sintomi sono dovuti a preesistenti condizioni psichiatriche, stress o sono causati dalla stessa paura dei campi elettromagnetici. La OMS aggiunge che la mancanza di evidenti basi tossicologiche o fisiologiche e di verifiche indipendenti la rendono simile ad un’altra condizione patologica: la sensibilità chimica multipla.

Nessun trattamento efficace per coloro che affermano di essere affetti da elettrosensibilità è ancora noto, principalmente perché l’esistenza stessa della condizione resta non accertata.

La principale strategia è di evitare, il più possibile, l’esposizione ai campi elettromagnetici per chi soffre di grave ES; ciò presenta difficoltà pratiche nella società moderna. Gli altri metodi usati spesso dai pazienti includono: schermatura (ad es. con reti metalliche messe a terra), filtri elettrici e al trattamento delle condizioni correlate.

Una rivista del 2006 ha identificato nove trial clinici testando diversi trattamenti per l’ES: quattro provarono filtri visivi per gli schermi, uno un dispositivo che emetteva campi elettromagnetici “schermanti”, uno ha testato l’agopuntura e un altro studio l’assunzione giornaliera di vitamina C, E e selenio. L’autore ha concluso che: «Ulteriori ricerche sono necessarie prima che qualche definitivo trattamento clinico possa effettuarsi. Comunque, la migliore prova attualmente disponibile suggerisce che la terapia cognitivo-comportamentale sia efficace per coloro che riferiscono ipersensibilità a campi elettromagnetici di debole entità.».

 Qui disponibile il Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Ipersensibilità elettromagnetica»

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