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#SaveYourInternet – La riforma Ue sul copyright e la protesta di Wikipedia

#SaveYourInternet – La riforma Ue sul copyright e la protesta di Wikipedia

“La conoscenza ha bisogno di una regolamentazione moderna del diritto d’autore, adatta a una rete aperta. Un nuovo pacchetto di norme sul diritto d’autore nell’UE attualmente all’esame del parlamento europeo minaccia il nostro diritto fondamentale alla libera condivisione della conoscenza”

Il 5 luglio 2018 il parlamento europeo in seduta plenaria deciderà se portare avanti o meno una proposta di direttiva sul diritto d’autore unanimemente avversata dalla società civile e persino da alcune commissioni del Parlamento.

Fin dal 2013 creativi e cittadini stanno chiedendo all’Unione europea di correggere la normativa sul diritto d’autore per renderla funzionale all’era digitale. Le associazioni Wikimedia nell’UE hanno avanzato proposte ragionevoli, quali per esempio l’estensione della libertà di panorama a tutta l’UE e la protezione del pubblico dominio, entrambe misure che aiutano gli autori a produrre le proprie opere.

La commissione giuridica del parlamento ha altresì deciso, il 20 giugno scorso, di sostenere misure che frammenteranno ulteriormente la Rete e restringeranno milioni di cittadini nella gabbia di filtri automatici e autorizzazioni preventive da parte di pochi grossi enti.

Si legge sul sito di Wikipedia all’indirizzo https://meta.wikimedia.org/wiki/European_Parliament_vote_in_2018/it

“Noi crediamo che la cittadinanza abbia diritto, su una materia come la presente proposta su diritto d’autore, a un dibattito molto più ampio di quello che c’è stato finora.

Chiediamo a tutti i deputati del parlamento europeo di votare contro il testo attuale in modo che la plenaria possa riconsiderarne alcuni emendamenti a lume di buon senso e assicurare la democrazia del procedimento.”

Proposta di direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale

La proposta di direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale è una proposta di direttiva dell’Unione europea, indicata con il codice 2016/0280(COD), che ha l’obiettivo di armonizzare il quadro normativo comunitario del diritto d’autore nell’ambito delle tecnologie digitali e in particolare di Internet. La commissione giuridica del Parlamento europeo ha approvato la proposta il 20 giugno 2018, con un ulteriore voto da parte di tutto il Parlamento necessario prima che diventi legge.

Le proposte contenute nella direttiva europea includono, tra l’altro, la possibilità per gli editori di chiedere il pagamento per l’uso di brevi frammenti di testo, che i siti web a scopo di lucro che ospitano principalmente contenuti pubblicati dagli utenti adottino misure “efficaci e proporzionate” per prevenire la pubblicazione non autorizzata di contenuti protetti da copyright e le eccezioni al diritto d’autore per l’estrazione di testi e dati da parte di istituti di ricerca scientifica. Poiché sia le licenze che le eccezioni sono stabilite su base nazionale, gli articoli 11 e 13 frammenterebbero il mercato dell’UE in contrasto con l’obiettivo dichiarato della direttiva. Il membro britannico del parlamento Stephen Doughty vorrebbe inoltre che certi filtri sulle pubblicazioni online venissero implementati anche per prevenire la comparsa di “materiale estremista” su Internet.

Il 26 aprile 2018, 145 organizzazioni nei settori dei diritti umani e digitali, della libertà dei media, dell’editoria, delle biblioteche, delle istituzioni educative, degli sviluppatori di software e dei fornitori di servizi Internet hanno firmato una lettera di opposizione alla legislazione proposta. Alcuni degli oppositori includono Electronic Frontier Foundation, Creative Commons, European Digital Rights, vari capitoli di Wikimedia, e, dal 29 giugno 2018, Wikimedia Foundation, proprietaria di Wikipedia. Tra i singoli individui che si sono opposti alla direttiva si sono pronunciati Tim Berners-Lee e Vint Cerf, i quali hanno presentato le proprie preoccupazioni a proposito dei costi e dell’efficacia di tali filtri preventivi e dei loro effetti negativi sulla libertà di parola online. In risposta alla direttiva proposta, è stata lanciata una petizione su Change.org che, a luglio 2018, ha raccolto oltre 700 000 firme. Dall’altro lato, l’approvazione della direttiva è sostenuta da editori, gruppi di media e case discografiche, tra i quali David Guetta, tre tra le maggiori etichette discografiche e la Independent Music Companies Association.

Alcuni punti della proposta di direttiva hanno suscitato proteste da parte dell’opinione pubblica, poiché potrebbero cambiare il modo in cui viene usato Internet e, secondo i maggiori detrattori, portare a un controllo sulla libera circolazione delle informazioni online.

Gli articoli contestati sono, in particolare, l’11 (Protezione delle pubblicazioni di carattere giornalistico in caso di utilizzo digitale) e il 13 (Utilizzo di contenuti protetti da parte di prestatori di servizi della società dell’informazione che memorizzano e danno accesso a grandi quantità di opere e altro materiale caricati dagli utenti).

Articolo 11 – Protezione delle pubblicazioni di carattere giornalistico in caso di utilizzo digitale

L’articolo 11 obbliga le piattaforme online che pubblicano link o snippet a pubblicazioni di carattere giornalistico a munirsi preventivamente di una licenza rilasciata dal detentore dei diritti. In virtù del successivo articolo 12, il detentore può quindi “reclamare una quota del compenso previsto per gli utilizzi dell’opera”,simile alla link tax spagnola.

Diversi commentatori hanno però segnalato che questa legislazione avrebbe effetti negativi per i siti di notizie in termini di traffico e di visibilità online, poiché le piattaforme come Google o Facebook potrebbero decidere di non pagare il compenso per determinati siti o articoli, diminuendo drasticamente il traffico in entrata verso di essi.

Articolo 13 – Utilizzo di contenuti protetti da parte di prestatori di servizi della società dell’informazione che memorizzano e danno accesso a grandi quantità di opere e altro materiale caricati dagli utenti

L’articolo 13, che riguarda le piattaforme online con contenuto generato dagli utenti, impone misure “adeguate e proporzionate”, atte a evitare la violazione di copyright.  In particolare, questo articolo prescrive che i contenuti caricati online all’interno dell’UE debbano essere verificati preventivamente, in modo da impedire che possano essere messi online materiali protetti dal diritto d’autore.

Tali misure si concretizzano in filtri preventivi, più o meno simili alla funzionalità “Content ID” di YouTube che, tramite un riconoscimento automatico dei video, verifica se il filmato caricato ha contenuti protetti da copyright e, nel caso, lo elimina dal sito o lo mostra solo con pubblicità, in modo da condividere i ricavi con gli effettivi proprietari del diritto d’autore.

Secondo i critici, tale controllo sarebbe contrario ai principi di apertura e libera circolazione delle informazioni su Internet.

Equo compenso di eccezioni e limitazioni

Il titolo dell’art. 12 è “richieste di equo compenso”, mentre nel testo inglese è fair compensation. Ad essa sono collegati la riparazione o indennizzo di un danno, stimabile con il fair value e oggetto di un fair payment (altrimenti chiamato anche fair value payment).

La licenza nel diritto anglosassone è riferita all’esistenza di uno scopo di lucro, ed è nell’ordinamento italiano qualificabile come un contratto di licenza d’uso fra il titolare dei diritti e il prestatore di servizi. Il disposto contrattuale è a sua volta oggetto di interpretazione, anche in considerazione degli elementi extratestuali.
La Proposta di Direttiva non menziona le licenze Creative Commons né per gli utilizzi privi di scopo di lucro identifica una qualche licenza d’uso standard (non personalizzabile e non adattabile) ai singoli casi e situazioni, in cui siano a priori nulle le eventuali clausole, limitazioni ed eccezioni introdotte fra le parti, al fine di escludere l’onere di interpretazioni contrattuali (ed extracontrattuali) e di limitare il contenzioso in merito alle richieste di equo compenso.

La norma apre indirettamente ad una determinazione del compenso “secondo gli usi o secondo equità”, non regolata da criteri valutativi fissati per legge.
L’equo indennizzo è rimesso alla valutazione discrezionale della parte contraente e del giudice: sia per il quantum determinato secondo gli usi o secondo equità, che per l’ an basato su un disposto contrattuale della licenza d’uso che è assoggettabile anche ad interpretazione extratestuale.

La direttiva non accenna ad un diritto di rivalsa che il prestatore di servizi Internet possa far valere nei confronti degli utenti del sito. Tuttavia, il soggetto che materialmente pubblica opere o altro materiale, fa scaturire il diritto dell’autore ad un equo compenso. Gli utenti possono a loro volta essere tenuti a sottoscrivere termini e condizioni di una licenza d’uso dal prestatore di servizi Internet.

Il D. Lgs. 21 febbraio 2014, n. 21, in attuazione della Direttiva 2011/83/UE (vigente), all’art. 45 definisce come contratto a distanza: “qualsiasi contratto concluso tra il professionista e il consumatore nel quadro di un regime organizzato di vendita o di prestazione di servizi a distanza senza la presenza fisica e simultanea del professionista e del consumatore, mediante l’uso esclusivo di uno o più mezzi di comunicazione a distanza fino alla conclusione del contratto, compresa la conclusione del contratto stesso”.

La nozione di contratto a distanza differisce da quella dei contratti di vendita e di servizi, anche per l’assenza di un obbligo di pagare. L’art. 3 comma 1 dovrebbe definire le parti contraenti: “consumatore” e “professionista”.

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Dichiarazione del Consiglio direttivo della Wikimedia Foundation sull’opposizione al pacchetto UE sul copyright/Politica dell’Unione Europea

Il Consiglio direttivo della Wikimedia Foundation, che ospita Wikipedia, la più grande enciclopedia libera del mondo, crede che la direttiva sul copyright proposta per l’Unione europea sia una minaccia alle libertà umane essenziali. Se approvata, potrebbe limitare la libera espressione e causare danni seri alla collaborazione e alla diversità online.

Negli ultimi mesi, la Wikimedia Foundation ha osservato da vicino gli sviluppi riguardanti le nuove regole sul diritto d’autore in Europa.

Lo scorso 20 giugno, la Commissione Affari legali del Parlamento europeo ha approvato una proposta di direttiva sul copyright che, se promulgata, limiterà significativamente l’apertura di Internet, diminuendo l’abilità di chiunque in tutto il pianeta di accedere alla conoscenza, soffocando l’innovazione e imponendo dei costi che noi riteniamo irragionevoli a siti nuovi o piccoli. Abbiamo espresso la nostra opposizione alle norme proposte allora, la Wikimedia Foundation – insieme a tanti nel movimento Wikimedia – ha fatto campagna contro. Torniamo a farlo nuovamente adesso, mentre si avvicina il 5 luglio, che sarà un altro momento critico nel processo legislativo, visto che si tornerà a votare sulla proposta.

La Wikimedia Foundation e i suoi progetti esistono per raccogliere il potere di un Web aperto e libero per realizzare conoscenza maggiormente accessibile per tutti. La nostra missione di creare un mondo dove ciascuno può condividere la somma della conoscenza umana richiede un Web in cui tutte le persone possono collaborare liberamente per creare e fruire conoscenza.

Questa proposta dell’UE sul copyright è dannosa e contraddice tale visione.

Anziché aggiornare le leggi sul diritto d’autore in Europa e promuovere la partecipazione di tutti alla società dell’informazione, questa proposta minaccia la libertà online e crea nuovi ostacoli all’accesso alla Rete imponendo nuove barriere, filtri e restrizioni.

Siamo intenzionati a rimanere fermi sostenitori della possibilità per la società di condividere e curare la conoscenza negli spazi aperti e liberi.

Adesso è il momento di difendere un Internet libero e aperto.

Oggi noi, membri del Consiglio direttivo della Wikimedia Foundation, unanimemente e fortemente chiediamo al Parlamento europeo e al Consiglio europeo di opporsi alla proposta di direttiva nella sua versione corrente e di mettersi dalla parte dei cittadini d’Europa. Per favore, leggete la dichiarazione sulla riforma del copyright dell’Unione europea e agite insieme a ChangeCopyRight.org.

Fonte: Wikipedia

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