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Raspberry Pi Zero, il micro-Pc per inventori costa 5 dollari

Lanciato dalla Fondazione britannica Raspberry Pi, è una scheda madre che contiene il sistema di un pc di base

Dopo il lancio del Model A+, una versione del micro-computer ancora più piccola, più performante e più economica è già disponibile

Pi Zero  può servire a creare gadget e dispositivi smart. Ma sul sito di Raspberry, comprensibilmente, è già sold out.

Altro che sconti da Black Friday. Il “computer da 35 dollari”, Raspberry Pi, adesso esiste in una nuova versione, il Raspberry Pi Zero, in vendita al costo ridicolo di cinque dollari o di quattro sterline. Certo, non si tratta ovviemente di un notebook fatto e finito bensì di uno scheletro di micro-Pc: un assemblaggio di processore, Ram, storage e interfacce essenziale ma sufficiente per trasformarsi – in mani esperte – in un oggetto tecnologico pensante.

Il nuovo Pi Zero è il prodotto più economico, più piccolo e leggero mai creato da Raspberry: ha dimensioni dimezzate rispetto al Model A+, lanciato lo scorso anno al costo di 20 dollari, eppure garantisce performance doppie.

Il micro-Pc da 5 dollari include il medesimo Soc Broadcom BCM2835 utilizzato nei precedenti modelli, un chip Arm, una Gpu VideoCore e 512 MB di Ram. Per lo storage e per le operazioni di boot, in assenza di dischi magnetici o a stato solido, si fa ricorso a una scheda microSD, e non mancano un’interfaccia mini-Hdmi e una Usb. Quest’ultima serve a collegare un’eventuale tastiera o mouse, mentre una seconda porta è utilizzabile per mettere in ricarica il dispositivo. Il tutto funziona grazie a Raspbian, una distribuzione di Linux ottimizzata da Raspberry.

A chi può servire? Il Pi Zero si presta a diventare il “cervello” di piccoli dispositivi, come gadget o indossabili: l’esempio citato da The Next Web è un pulsante, progettato da uno studente, che permette di localizzare il telefono smarrito.

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Come spiegato da Eben Upton, il fondatore della Raspberry Pi Foundation (nonché tecnico di Broadcom), con il Pi Zero l’obiettivo inseguito è stato quello di abbattere le barriere che separano la gente comune dalla programmazione. Giocare e sperimentare con la tecnologia adesso ha il costo di qualche caffè. Attualmente quest’oggetto è in vendita negli Stati Uniti e nel Regno Unito, ma sul sito della fondazione è già sold out.

Negli anni passati anche Google ha contribuito a iniziative di questo tipo, come ricorda il Wall Street Journal, con una donazione di un milione di dollari per distribuire 15mila schede Raspberry Pi nelle scuole per incentivare la costruzione di pc e l’apprendimento della programmazione.

Di seguito il link del sito ufficiale Raspberry Pi, dove potrete scaricare i vari OS, il Blog con annunci ed idee, la Community del progetto, risorse etc….

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