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Google compie venti anni – La storia del motore di ricerca che ci ha cambiato la vita

Google compie venti anni – La storia del motore di ricerca che ci ha cambiato la vita

Vent’anni fa, il 15 settembre 1997, Larry Page e Sergey Brin registravano il dominio “Google.com”, successivamente, il 4 settembre 1998, fondano la società Google Inc. Due decenni dopo quell’indirizzo è diventato il motore di ricerca più utilizzato al mondo

La nascita di Google

Google Search è un motore di ricerca per Internet il cui dominio è stato registrato il 15 settembre 1997.  Oltre a catalogare e indicizzare le risorse del World Wide Web, Google Search si occupa anche di foto, newsgroup, notizie, mappe (Google Maps), email (Gmail), shopping, traduzioni, video e programmi creati da Google Inc.

È il sito più visitato del mondo, talmente popolare che diverse lingue hanno sviluppato nuovi verbi denominali a partire dal suo marchio, con il significato di cercare con Google o, più in generale, con quello di cercare sul web, tra i quali l’inglese to google, il tedesco googeln e l’italiano googlare, usato sia transitivamente sia intransitivamente.

In determinate date il caratteristico logo cambia, anche in versione interattiva o animata, per celebrare particolari ricorrenze legate al giorno; il logo in questo caso viene chiamato doodle.

Secondo la versione ufficiale i due fondatori, Page e Brin, avevano cercato un nome con cui si potesse rappresentare la capacità di organizzare l’immensa quantità di informazioni disponibili sul Web; avevano bisogno di un’iperbole.

Utilizzarono un nome già esistente: googol, termine coniato dal nipote del matematico statunitense Edward Kasner nel 1938, per riferirsi al numero rappresentato da 1 seguito da 100 zeri.

A Page e Brin sembrò perfetto come metafora della vastità del web. I due fondatori avevano intenzione di chiamare il neonato motore di ricerca proprio Googol, ma al momento della registrazione, non sapendo come si scrivesse esattamente decisero per “Google”. La loro collega a Stanford li avvertì solo il giorno dopo dell’errore, ma il dominio era ormai registrato e lo lasciarono tale.

Un’altra fonte collega il nome del motore di ricerca a Barney Google, personaggio di un fumetto popolare statunitense creato da Billy De Beck, che fece la sua prima apparizione nel 1919 e cui venne dedicata una canzone negli anni venti del Novecento (“Barney Google with the Goo-Goo-Googly Eyes”, traducibile con “Barney Google dagli occhi sbarrati”).

Il vocabolo è inoltre associabile a termini della lingua inglese dal suono simile, mediante un doppio gioco di parole:

  • goggles: occhiali di protezione, perché il motore permette di esplorare la rete fino a “guardarla da vicino”.
  • to goggle: “strabuzzare gli occhi”, in senso di sorpresa per quanto si riesce a trovare; nello slang, può significare l’“osservare un problema e studiare una soluzione”.

Google Search, Google,

La storia di Google

Larry Page e Sergey Brin, allora studenti dell’Università di Stanford, dopo aver sviluppato la teoria secondo cui un motore di ricerca basato sull’analisi matematica delle relazioni tra i siti web (topologia) avrebbe prodotto risultati migliori rispetto alle tecniche empiriche usate precedentemente, fondarono l’azienda il 4 settembre 1998. Convinti che le pagine citate con un maggior numero di link fossero le più importanti e meritevoli (Teoria delle Reti), decisero di approfondire la loro teoria all’interno dei loro studi e posero le basi per il loro motore di ricerca.

Dal 2005 l’anniversario della nascita si festeggia il 27 settembre, in ricordo di quando nel 1998 fu registrato il record di pagine indicizzate.

Il 7 maggio 2010 Google ha subito l’aggiornamento considerato più importante della sua storia, consistente nel rinnovamento dell’aspetto grafico e nell’aggiunta di miglioramenti e nuove funzioni

Il 9 novembre 2010 Google ha reso disponibile la nuova funzione Instant Previews, che permette di visualizzare l’anteprima di ogni risultato direttamente dalla pagina di ricerca.

Il 1º ottobre 2012 Google ha superato Microsoft nel valore capitale in borsa, registrando, alla chiusura, 249,19 miliardi di dollari americani, rispetto ai 247,44 di Microsoft.

Il 2 ottobre 2015 Larry Page ha annunciato la costituzione della holding Alphabet Inc., di cui Google rappresenta la compagnia principale, usata anche come nuova denominazione di Google presso la borsa di New York. Le azioni di Google vengono convertite alla pari in azioni di Alphabet ma la nuova holding mantiene gli stessi acronimi precedenti (GOOGL e GOOG) per evidenziare la continuità.

I server di Google

I server di Google sono distribuiti su 10 datacenter, di cui 6 negli Stati Uniti, 2 in Europa e 2 in Asia. Il Web server che viene installato nei server di Google è un applicativo personalizzato che prende il nome di Google Web Server.

Nel 2010 è stato stimato a 900.000 il numero di server utilizzati da Google per elaborare dati, garantire contenuti, organizzare e gestire la propria rete, rispondere alle ricerche e catalogare il web. Ha più di 100.000 indirizzi IP assegnati su diverse reti.

Grazie a questa enorme potenza di calcolo, Google è in grado di effettuare una ricerca su milioni di pagine Web in alcuni millisecondi, di indicizzare un elevato numero di contenuti ogni giorno, di fare molti mirror e istanze dello stesso processo informatico su più server. Per quest’ultimo motivo, il fatto che Google sia il sito più visitato del Web e il numero contemporaneo di richieste che arrivano da più utenti non rallentano l’efficienza di queste ricerche.

La catalogazione è fatta dal programma spider Googlebot, che richiede periodicamente nuove copie delle pagine web che conosce. I link in queste pagine vengono esaminati per scoprire nuove pagine e aggiungerle nel database.

Google contro tutti

Google è stato criticato per via dei cookie a lungo termine che posiziona sul computer degli utenti. (Tutti i motori di ricerca, come la maggior parte dei siti web, posizionano cookie ad ogni accesso.) La maggior parte dei servizi di Google possono essere usati anche con i cookie disabilitati. Comunque, al termine di ciascuna visita al sito vengono scaricati sul computer i cookie base di controllo.

Alcune critiche sono state sollevate da parte del movimento del software libero. Il motore di ricerca avrebbe la possibilità di evitare di offuscare o minificare il codice JavaScript eseguito dal web browser che, insieme alla collezione dei dati di profilazione degli utilizzatori, rendono il motore di ricerca un potente strumento di sorveglianza digitale.

Secondo Nicholas G. Carr, giornalista statunitense, l’uso dei motori di ricerca come Google rende le persone meno motivate a sfruttare appieno la propria intelligenza per via della facilità, ma anche limitatezza, con la quale si soddisfano le proprie esigenze di ricerca a scapito dell’approfondimento delle informazioni in senso globale.

Diverse organizzazioni hanno usato le leggi USA sui diritti d’autore di opere digitali per chiedere a Google di rimuovere link a materiale su altri siti sul quale esse rivendicavano diritti di copyright. Google risponde a queste richieste rimuovendo il link e includendone uno alla richiesta nei risultati della ricerca. Ci sono anche state critiche secondo cui la cache di Google violerebbe il copyright; in ogni caso il caching è una normale parte delle funzioni del web e il protocollo HTTP mette a disposizione meccanismi (che Google rispetta) per disabilitarlo.

Nel 2002 si diffuse la notizia che in Cina l’accesso a Google era stato vietato; il governo cinese ha infatti il controllo della rete e può impedire il collegamento verso alcuni siti. Un sito mirror (in tutti i sensi, compreso il testo da sinistra verso destra; mirror letteralmente significa “specchio”) chiamato “elgooG” si rivelò efficace nell’aggirare il divieto. Tempo dopo, il divieto cessò e fu detto che non era stato istituito per impedire le ricerche, ma l’accesso alla cache (che permetteva di aggirare altri divieti imposti dal governo). Esiste anche un mirror dinamico di Google che funziona come proxy server. A Internet Archive, che pure fornisce un servizio di caching, non fu però vietato l’accesso.

Secondo la Guardia di Finanza, tra il 2002 e il 2006 Google Italia non dichiarò reddito imponibile per oltre 240 milioni di euro, pari a 96 milioni di euro di Iva evasa. Nel 2013 dovette pagare una multa da 7 milioni di euro per violazione della privacy negli USA, in una causa che la vedeva coinvolta dal 2010.

Nel 2017 la compagnia viene condannata dall’antitrust dell’Unione europea a una multa di 2,42 miliardi di euro con l’accusa di avere creato e mantenuto una posizione dominante nel settore delle ricerche per lo shopping online, a danno della libera concorrenza e quindi delle persone. Nel dettaglio l’accusa è quella di mostrare (nelle sue pagine dei risultati) link verso siti per gli acquisti online che pagano per essere messi in evidenza, senza dare spazi ad altri motori di ricerca dedicati esclusivamente allo shopping.

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