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Come educare i ragazzi a gestire e tutelare la privacy online

Come educare i ragazzi a gestire e tutelare la privacy online

DI CHE PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI PRIVACY?
CHE NE SAI DAVVERO DEI SOCIAL NETWORK?

Ognuno ha il diritto di impedire che le proprie informazioni personali (numero di telefono, indirizzo, ma anche scuola che si frequenta, foto personali, ecc…) diventino note ad altri.
E’ quello che si intende per “diritto alla privacy”. Saperlo riconoscere, gestire e difendere è il primo passo per navigare in Rete in modo responsabile.
Su Internet i nostri figli raccontano esperienze, condividono cosa gli piace e cosa no, postano le foto dei loro momenti più importanti. Ma non solo: vogliono avere sempre più amici, cercano un pubblico, persone con cui interagire. Manifestano insomma, il bisogno di apparire e mostrarsi, strettamente connesso alla ricerca di una propria identità. E la privacy?

Saper gestire la propria privacy, non a caso è il primo passo per navigare su Internet in modo autonomo. Qualcosa che riguarda la sicurezza, ma anche la “reputazione”, ovvero come stabilire il giusto confine tra sé e gli altri. Per questo parlare di privacy con i tuoi figli, può essere davvero un’occasione educativa importante ed è questo lo scopo del progetto “The Net”

Potrebbe sfuggirci ma la parola “privacy”, nella sua sintesi forse eccessiva, racchiude in sé un importante diritto riconosciuto ad ogni individuo: quello di vedere tutelata la sua riservatezza e i suoi dati personali.

I dati personali rappresentano un vero e proprio “valore”.

Sono le informazioni che ci identificano: nome, cognome, i tratti del viso, la voce. Ma anche quelle che ci “descrivono”, ci rappresentano: i nostri gusti, le nostre preferenze, le nostre scelte, la nostra appartenenza ad un gruppo, la nostra salute. Per questo dobbiamo imparare a proteggere i nostri dati e quelli degli altri, siano essi nostri amici oppure degli sconosciuti.
È fondamentale farlo, soprattutto oggi nel mondo ipertecnologizzato in cui viviamo.
Internet, cellulari sempre più evoluti, smart card offrono smisurate opportunità di essere sempre in contatto, di comunicare con chiunque nel mondo e di semplificare la nostra vita. Ma quello che corre nelle fibre ottiche o viaggia nell’etere sono innanzitutto dati e, in massima parte, dati personali. E questi possono essere catturati da chi potrebbe usarli, anche a distanza di anni, per scopi diversi da quelli per i quali noi li abbiamo ceduti, comunicati o messi in rete e magari danneggiarci. Dobbiamo sapere che possiamo essere noi stessi a provocare danni quando, senza pensarci troppo, diffondiamo informazioni che possono ledere la riservatezza e la dignità, nostra e degli altri.

Per usare i nuovi strumenti a disposizione dobbiamo conoscerne potenzialità e rischi. 

E’ importante non solo far rispettare le regole che sono alla base di un corretto uso dei dati, di tutelare e di aiutarci a tutelare la nostra riservatezza, ma anche quello di far crescere nella nostra società un’autentica cultura del rispetto.

Di che parliamo quando parliamo di privacy?

Parliamo di Rispetto. Se ci si pensa bene il corretto trattamento dei dati personali (la famosa “tutela della privacy”) altro non è che una questione di rispetto: è la condizione essenziale per il rispetto (appunto) della DIGNITÀ, dell’IDENTITÀ, del DIRITTO alla RISERVATEZZA di ciascuna persona.

Tu per primo! Vista così, la privacy non è già più…forte?!?
Dato personale, Consenso, Dato sensibile, Interessato, Trattamento, ovvero le parole chiave della legge, sembrano più vicine se le interpretiamo come gli strumenti attraverso i quali il Codice della privacy ci permette di far rispettare i nostri diritti. Ma… Okkio. Il primo a mancarti di rispetto spesso sei tu.

Internet, cellulari, Youtube, social network…

Le nuove tecnologie semplificano la nostra vita e ci permettono di rimanere costantemente in contatto, ma possono comportare anche dei grandi rischi per la nostra sfera privata. Che ne sai davvero, ad esempio, dei social network? È evidente che tutti conosciamo Flickr, Twitter o Facebook.
Questi ambienti virtuali ci comunicano un senso di apparente intimità, eppure le informazioni personali, le foto, i video, che condividiamo on line potrebbero provocare “effetti collaterali” anche a distanza di anni.

Uploadare, taggare, chattare…..

Sono le cose che facciamo più spesso su Internet e si basano tutte sull’invio dei nostri dati personali. Il nostro profilo, a volte l’indirizzo di casa e il numero di cellulare. La lista dei nostri amici, le nostre abitudini, i nostri…pensieri, le nostre storie….

E questi dati (magari sensibili) possono essere letti, salvati, raccolti in enormi archivi, scambiati o addirittura venduti (hanno un grande valore commerciale), anche da chi non conosciamo.

Ci avevi mai pensato?
E se scambiamo i dati di qualcun altro? O pubblichiamo senza permesso, magari su Youtube, un video girato in classe di nascosto?
Beh, allora si possono passare anche guai seri!
E ancora: che succede se oggi carichi il video di una tua “bravata” che domani, visionato da chi sta per assumerti, finisce per costarti il posto di lavoro?

Ricordiamolo sempre:
tutela della privacy=rispetto
Rispetto degli altri, ma anche rispetto di sé.

E ora che sappiamo quanto valgono (in tutti i sensi!) i nostri dati abituiamoci a trattarli con cura.

Condivido il “Manifesto – Decalogo della Consapevolezza Digitale” realizzato dai ragazzi della scuola media Cocchi-Aosta di Todi.

privacy, ragazzi,

 

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