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Gli italiani sempre più connesi ed online: quanti sono e come usano la rete

Gli italiani sempre più connesi ed online. Ecco quanti sono e come usano la rete

ComScore ha elaborato una ricerca sul digitale in Italia: aumenta la frequenza con cui vengono visti i video e il mobile gioca un ruolo sempre più fondamentale

Internet in Italia? Bene, ma se ci credesse ancora un po’ di più, sarebbe “benissimo”. Quello che racconta il nuovo studio di comScore sul digitale nella Penisola è un panorama ricco di potenzialità – 4,4 milioni di utenti guardano video ogni giorno da mobile – con guizzi che la rendono persino più affidabile di altre realtà nel mondo per gli inserzionisti (scarso utilizzo di AdBlock).

Sempre più mobile

Venendo ai dati, si continua a registrare uno spostamento di fruizione della rete da desktop (-4% a 2016 rispetto all’anno precedente) a mobile (+12%)  e per quanto i due tipi di attività possano essere complementari, è sempre maggiore la fetta di popolazione che accede a internet solo da smartphone (+ 32% per cento di quello che la ricerca definisce “desktop audience”).

Dove si concentra la popolazione digitale? Secondo i dati di penetrazione per proprietà, a vincere l’oro dei visitatori unici è Google Sites (89%), seguito da Facebook (74%).

Amazon è al settimo posto (53%): vengono dopo Gruppo Mondadori e ItaliaOnLine.

Le principali App in termini di penetrazione

Se negli Stati Uniti e nel Regno Unito la principale categoria di contenuto del tempo trascorso online è l’intrattenimento, in Italia oltre la metà del tempo viene trascorso sui social media e sulle app di messaggistica. Prendendo in analisi gli smartphone Android, tra le 15 app più utilizzate in Italia ci sono WhatsApp (penetrazione del 93%), Google Play (90%), il motore di ricerca Google (74%), YouTube (73%), Facebook (65%) seguito a ruota dal suo Messenger (59%), Google Maps (57%), Gmail (52%) e Calendar (51%). Segue un altro prodotto Google, Drive (36%), Instagram (28%) e via di seguito.

Fedeltà assoluta per le applicazioni: una volta installate, riducono drasticamente il tempo dedicato alla navigazione extra-app (d’altronde, nascono poi per quello). In Italia, l’88,9% del tempo trascorso connessi al telefono è dedicato all’uso delle applicazioni (ancora una volta, i dati fanno riferimento alla piattaforma Android). Tale è la fedeltà alle proprie applicazioni, che difficilmente ci si occupa dei nuovi ingressi: solo il 34,2% degli utenti scarica almeno un’app al mese.

Gli acquisti via App stanno raggiungendo quelli via web

Sull’e-commerce, la situazione potrebbe andare meglio, ma anche peggio:

Penetrazione smartphone video

Confermata dalla ricerca la preponderanza dei video sugli altri tipi di contenuto. In Italia, il 37% dei minuti spesi davanti al computer è dedicato alla visione di video. La fascia d’età più attiva è quella dai 15 ai 24 anni (per loro, la percentuale è del 52%). Il dato si impenna considerando il traffico mobile, perché oltre la metà dei possessori di smartphone italiani dichiara di aver visto un video utilizzando il proprio telefono, confermandosi il pubblico più sensibile al video su smartphone rispetto agli altri Paesi.

Rispetto allo scorso anno, è aumentata anche la frequenza con la quale vengono visti i video da mobile rispetto allo scorso anno: del 34% quelli che vedono video almeno una volta al giorno, del 9% quelli che lo fanno almeno una volta a settimana, dell’11% chi guarda video da mobile da una a 3 volte a settimana.

Buone notizie per gli inserzionisti: il 13% degli utenti unici che navigano da desktop in Italia ha installato un Adblock, la penetrazione su mobile è marginale, e la percentuale è comunque stabile. Anche il traffico non generato da umani (detto “tasso invalido”), ha percentuali bassissime (1, 16%): su 107 editori monitorati nell’ultimo trimestre 2016 – si legge nel rapporto – 14 (13% del totale) almeno una volta hanno riportato una percentuale di traffico invalido superiore al 5%.

Se l’espansione della fruizione da mobile fa ben sperare, i livelli di concentrazione che essa genera devono far riflettere. Credo che il video online possa, anche nel nostro paese, far aumentare l’importanza della Rete come piattaforma di entertainment su cui far crescere gli investimenti pubblicitari“, commenta Fabrizio Angelini CEO di Sensemakers, che rappresenta comScore  “Da questo punto di vista i dati su Adblocking e Traffico Invalido mostrano come il mercato online italiano sia più efficiente e trasparente di altri anche se bisogna far aumentare il grado di confidenza degli investitori. Sono trascorsi ormai cinque anni da quando, per primi in Italia, presentammo al mercato i dati sulla Viewability (parametri di visibilità della pubblicità, ndr) che nel frattempo è passata dal 47 al 54%. Il miglioramento c’è stato ma non basta”.

Credists: wired.it – comscore.com

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